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PORTIAMO LA CULTURA HIP HOP ALL’UNESCO

Nel corso degli anni c’è stata una sempre maggiore apertura nella definizione di patrimonio culturale. I campi di intervento sono aumentati e i beni culturali stanno abbracciando sempre di più un approccio interdisciplinare. Tale approccio è perfettamente calzante con la natura dell’Hip Hop che è una cultura interdisciplinare per eccellenza. Ricordiamo che nel Bronx di NY city è stato aperto l’Universal Hip Hop Museum. Questo dimostra che la comunità Hip Hop si riconosce in un sistema di valori che ha sentito, con il tempo, il bisogno di musealizzare per conservare e tramandare questa cultura ancora di più. 

Hip Hop Protection sostiene il riconoscimento della cultura Hip Hop come patrimonio culturale immateriale. Vogliamo unire tutti coloro che credono nella nostra missione. Ci appelliamo all’intervento delle istituzioni culturali, affinché convengano con noi nel riconoscere la cultura Hip Hop come candidabile alla lista dei patrimoni immateriali dell’UNESCO riconoscendone la necessità di far partire un iter di candidatura.

Ma il riconoscimento di questa necessità da parte della comunità è fondamentale in questo percorso e obiettivo. Per questo il Comitato Hip Hop Protection si impegna al coinvolgimento della comunità tutta e non solo. La chiamata è ai padri fondatori, alla comunità nativa del Bronx, alla scena mondiale e a chiunque riconosce la cultura Hip Hop come patrimonio culturale.

Se anche tu vuoi dare il tuo contributo, iscriviti gratuitamente al comitato promotore Hip Hop Protection. La chiamata è a tutti coloro che sposano la causa.

ABOUT

Il comitato promotore Hip Hop Protection è una libera associazione senza scopo di lucro che raccoglie adesioni per promuovere la candidatura della cultura Hip Hop nella lista dei patrimoni immateriali dell’UNESCO.

L’Hip Hop è una cultura contemporanea nata gli anni ’70 del 1900 nel Bronx di NY city che ha mosso i suoi primi passi tramite il fenomeno dei block party (le feste di quartiere), esprimendosi nei suoi quattro elementi principali: Breaking, Djing, Writing ed Mcing (Rap).

Come si evince dalla Convenzione UNESCO di Parigi per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, emanata nel 2003, il patrimonio immateriale è rappresentato da tutto ciò che identifica una determinata comunità di persone in una determinata area.

• Essere trasmesso da generazione in generazione
• Essere costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in stretta correlazione con l’ambiente circostante e con la sua storia
• Permettere alle comunità, ai gruppi nonché alle singole persone di elaborare dinamicamente il senso di appartenenza sociale e culturale
• Promuovere il rispetto per le diversità culturali e per la creatività umana
• Diffondere l’osservanza del rispetto dei diritti umani e della sostenibilità dello sviluppo di ciascun paese

HIP HOP PROTECTION THEORY

Hip Hop Protection ritiene che la cultura Hip Hop sia conforme per sua natura ai requisiti richiesti dall’UNESCO. Ne riportiamo qui sotto una dimostrazione storica e siamo aperti ad ascoltare qualsiasi parere in merito alle nostre teorie.

•Come moltissimi sostengono, la nascita della cultura Hip Hop è ricondotta al Block Party del 1973, al 1520 di Sedgwick Avenue dove suonò lo storico DJ Kool Herc. Da quel Block Party fino ad oggi l’Hip Hop ne ha fatta di strada. I padri fondatori dell’Hip Hop hanno trasmesso questa cultura con dedizione alle nuove generazioni, diventando col tempo sempre più inclusiva e praticata, complici anche i mezzi di comunicazione che stavano arrivando in quel momento. L’Hip Hop è oggi una cultura contemporanea transgenerazionale, che continua ancora a trasformarsi e reinventarsi. Il suo successo mondiale è un unicum nella storia contemporanea tanto da aver influenzato la musica, la danza, lo sport, il linguaggio, la mentalità, la politica e la moda dei nostri tempi.

•Negli anni ’70 i ragazzi del Bronx, in alternativa ad una vita criminale, avevano solo l’Hip Hop e l’unica cosa a cui ambivano era imparare a fare i break beats, a incastrare una rima o la power move perfetta o piuttosto marcare il territorio con una tag. Tutto ciò avveniva in determinati contesti sociali, che si esprimono nel momento delle Jam, dei Chypher, dei Block Party e delle Battle. Questi momenti erano un modo per evadere dalla vita di quartiere ed oggi come allora vengono ricercati dalla comunità Hip Hop, permettendo la pratica e lo sviluppo dei suoi quattro elementi principali.

•Ad oggi si può dire che esiste una comunità Hip Hop in molti stati e parti del mondo. Tale successo mondiale è spiegato dal fatto che, quando questa cultura è uscita dal ghetto, le sue motivazioni storico-sociali erano plasmabili in qualche modo su quelle di altri contesti nel mondo, là dove qualcuno ha cominciato a fare il suo Hip Hop (un esempio lampante del nostro paese è la tipica assonanza tra il Rap romano e la tradizione degli stornelli che si riscontra in molti esponenti del Rap Romano).

•L’Hip Hop nasce come cultura multietnica dall’incontro delle comunità afro-americane con quelle latine ed per sua indole esempio di diversità e inclusività culturale. Nel corso del suo sviluppo, questa cultura si è fatta influenzare da tutto ciò che ha incontrato per la sua strada: funk, rock, soul, jazz, gospel e persino disco. Infatti l’Hip Hop è da sempre incline ad una forte influenza da parte di altre culture, perché è proprio grazie a tale inclinazione che è nato. Nonostante in origine nacque per le sole minoranze della New York degli anni ’70, la sua espansione ha coinvolto oggi tutto il mondo. Il suo sviluppo in soli 50 anni di storia è stato velocissimo e repentino in quanto si tratta di una cultura sensibile all’innovazione tecnologica e al cambio generazionale. Per questo motivo abbiamo oggi generi e sottogeneri che si diversificano molto tra loro, permettendo a chi approccia ad uno o più elementi di esprimere la propria creatività personale liberamente.

•L’Hip Hop nasceva nel contesto del ghetto, in un’America che veniva dall’esperienza della segregazione razziale, ma nonostante il suo retaggio violento, tale cultura voleva essere un mezzo sia di evasione che di protesta. È bene ricordare infatti un episodio fondamentale per questa cultura, la cosiddetta “pace tra le gang” fortemente voluta da Africa Bambaataa: i quartieri erano ormai allo sbando, c’era una vera e propria guerriglia in corso e vivere in certe zone cominciava ad essere pericoloso. I capi di tutte le gang dovevano unirsi e cessare il fuoco per cercare di costruire qualcosa di migliore. Il 12 novembre 1973 Africa Bambaataa fonda la Universal Zulu Nation; con tale fondazione Bambaataa aveva costruito una comunità Hip Hop sulle basi tecniche di Kool Herc, perfezionate poi dal terzo della “santa trinità”, Grandmaster Flash. Un altro grande passo avanti fu fatto con la “Hip Hop declaration of peace” presentata all’ONU dalla Universal Zulu Nation il 16 maggio del 2001, che dichiara che tale cultura rispetta ufficialmente i principi dell’ONU.

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